lunedì 30 novembre 2009

30 novembre 2009


20 nov 2009 "ieri sera l'ho rivisto. in mezzo agli altri era in piedi, al telefono. ho salutato tutti, ho detto cose che non ricordo, ho aspettato un tempo infinito che lui sollevasse gli occhi su di me. l'ha fatto e non ho più smesso di tremare."

oddio mio del cielo, ma che diavolo mi hai fatto?

... non sono in grado di pensare se ci sei tu, non sono in grado di stare ferma se mi fai l'amore. e mi manca... mi manca stare con te...

martedì 28 luglio 2009

Ripenso agli ultimi due giorni: cinque ore di viaggio, arrivo al bed&breakfast, doccia, cena. La compagnia a tratti scomoda, a tratti insopportabile.

Nemmeno il mio compagno ha notato il mio disagio. Ma come posso biasimarlo? Sono anni che ci navigo dentro e anni che fingo di dimenticarlo dietro la giustificazione della difficoltà di socializzazione, e immergo nel profondo silenzio della negazione, i miei pensieri più ostili verso queste persone che frequento regolarmente.

A me non sono mai piaciuti i beoni, gli hippy anacronistici che rullano canne dalla mattina alla sera e che professano la pace solo perché non sanno cosa vuol dire; l’hanno trovato bello pronto il motto e lo sfruttano perché qualcosa di inedito non lo sanno pensare.

Non mi sono mai piaciuti i 1° di Maggio in panciolle a mangiare e bere, e vedere gli altri che lentamente cambiano espressione del viso e, anche più grottesco, cambiano carattere; chi diventa aggressivo, chi si trasforma nel simpaticone di turno, chi si avvilisce all’angolo di un ring chiamato scempio, in questo caso.

Non mi sono mai piaciute le foto in cui per forza bisogna stare in posa ore per farsi fotografare con la pinta di birra, abbracciati, ubriachi, tutti appassionatamente “amici”.

Questa pulce che mi sta mordendo l’orecchio, me l’ha messa proprio una persona che incarna questo modo di vivere. Una sera mi ha detto che non potrei stare lucida e sobria in loro compagnia se non fossi una persona un poco bizzarra. Ho sorriso, ma in realtà quella frase non mi ha lusingata, anzi. Ho riflettuto ed ho pensato che in effetti non mi trovo a mio agio in mezzo a tutto questo; io sono come la pecora nera. Non ho mai avuto il mito delle canne, la passione per il bere.

Il mio sogno di persone intelligenti da frequentare, da cui io possa imparare si vanifica.

Mi sento un poco sollevata, quasi fossi felice di non essere stata risucchiata da una centrifuga che mi avviluppa agli altri, e che non mi fa mai sbirciare fuori dall’oblò.

Lo sapevo da tanto tutto questo; sono cose che sai di te. Ma non le assapori, fino a quando non fai un viaggio e rimani gomito a gomito con questi tuoi “amici” e non ti accorgi che non fanno altro che essere panchinari nella partita difficile della Vita. Sempre-sempre-sempre, tra loro c’è un filtro che ripara le loro deboli membra, dalla commozione, dalla rabbia, dalla comprensione, dalla sincerità, dalla chiarezza, dalla spontaneità.

lunedì 3 novembre 2008


poco fa... quando stavo uscendo dal cancello di casa tua, mi sono dimenticata di dirti una cosa... (che sono innamorata di te) che se ti senti triste, che quando vorresti dire cose o stare con qualcuno (che non sia tua moglie) che non ti giudica e non s'annoia ad ascoltarti, Io ci sono... se hai bisogno di un cuore collegato ad un paio di orecchi, Io ci sono.
se vuoi anche domani (ti prego, vieni), potresti passare da me al negozio, mi trovi lì dalle 6 alle 8, tutte le sere (ma anche in altri orari, quando vuoi tu). ci ho pensato subito dopo che sono partita (che stupida) che volevo dirti questa cosa (ma prima ti avrei baciato). eri troppo bello lì, sotto la pioggia, mentre aprivi il cancello (sotto la pioggia un bacio) e avevi un'espressione così vicina al pianto da riuscire a vederti le lacrime dietro agli occhi, fin giu nella gola. lo sai che sono tua amica (ma vorrei che mi amassi) e che, se tu vuoi, Io ci sono (sempre per te, per sempre) e non importa a che ora... alle nove del mattino, alle tre di notte... (anche se non verrai domani, voglio dirti che ti aspetto... ti aspetto anche adesso che non posso più raggiungerti... rimango quì... non piangere senza me, vieni e ci abbracciamo... stiamo un po' insieme). ciao.

giovedì 9 ottobre 2008

schiantarsi contro a un muro

SENTO UNA NOTA AMARA GIU' NELLA GOLA.
NON SO DIRE NE DA DOVE, NE' DA QUANDO.
SE CI FOSSE ABBASTANZA PROFONDITA' IO...

MA IN QUESTO POSTO IL CIELO SI SCHIANTA
CONTRO I MURI DELLE FABBRICHE E DELLE CASE.

lunedì 6 ottobre 2008

al post precedente si aggiunga quanto segue

si aggiunga che l'uomo che amo (o che credo di amare), non posso averlo.
si aggiunga che ho un grosso debito con la banca e una prospettiva di ammortamento pari a quindici o venti anni di sbattimenti.
si aggiunga che sono senza entusiasmo e che tutto quello che faccio deriva da uno sforzo immane che alla lunga mi sfianca.
si aggiunga che non mi fido di nessuno e che quindi tutto quello che potrei delegare lo faccio io.

amen

porca t....
mi sento come svuotata. mentre guidavo sentivo una nota amara giu nella gola. non so dire da dove provenga e non dipende dalla mia volontà.
è sentire che non c'è niente che ti somiglia nelle persone, in tutte le persone. le persone con cui vivi, le persone con cui lavori, quelle che reputi amiche.
l'amaro di non avere un'anima affine che ti corre accanto e che qualche volta ti guarda e capisce; lei che sa.
se ci fosse abbastanza profondità da guardare e nella cui interezza perdersi e ritrovarsi, ma il cielo, in questo posto, si schianta contro le mura delle case e delle fabbriche. se ci fosse abbastanza cielo, io potrei avere più speranza e non sentirmi così divorata da un'entità che mi annienta senza distruggermi.
ogni giorno fingo d'esser un pesce in grado di nuotare. fingo che le persone mi siano simpatiche e qualche volta nutro stima per loro. ma non è così, la verità amarissima, è che le trovo banali, vili, ignare e qualche volta persino abominevoli. solo che mi sono imposta di trovarle amabili. la noia di certi discorsi, diventa orrore per me.
vorrei essere un entità superiore, per poter avere compassione e per essere in grado di farmi bastare tutto questo. oppure potrei essere un essere inferiore, per non avere nemmeno l'idea della grandezza della vita e del mondo, e delle capacità dell'uomo.
vorrei non essere così difficile, così puntigliosa, così sarcastica, così amara e sofisticata. vorrei non essere così bella e vorrei non sentirmi fuori posto, almeno per una volta, tanto da sapere qual'è la sensazione che devo ricercare.

mercoledì 1 ottobre 2008

caldo e buio

non so perchè ma ho come l'impressione di essere dentro ad una stanza vuota. una stanza sferica, vuota e ferma.
resto appoggiata alla curva; come nel grembo materno resto in attesa che il tempo passi, che la gestazione di quel che sarò, sia compiuta.
c'è buio quì, e caldo.
e non c'è nulla di familiare. sono sola e lo sarò sopratutto fuori da quì. che sia una scelta è probabilmente vero. essere scostati dalla massa è un grosso problema per chi, come me, non ha imparato ad adeguarsi.
parlo e non sono compresa, guardo e sono fraintesa. nel bene e nel male, nessuno sa chi sono. nemmeno io.
mia madre dice che sono cattiva, perchè esprimo le mie opinioni senza curarmi troppo dell'effetto. dice che sono insopportabile perchè sono incostante e lunatica. dice che nessuno mi sopporta perchè sono ingrata.

io non so che pensare, ma da sempre, per me, l'opinione di uno dei miei genitori è stata fondamentale.
ed io mi accanisco, per convincermi che non devo per forza piacere ai miei genitori, nè tantomento alle altre persone. almeno non a tutte.
non è facile stabilire chi sei, nè cosa ti serve per sopravivere agli urti della vita, alle trappole sociali, alle tue stesse lacune.

non ho avuto genitori affettuosi. non si sono mai interessati a me, forse perchè sono sfuggente, malinconica, cruenta qualche volta, e sopratutto irreprensibile. alle persone non piacciono le persone che non sbagliano, o che anche nell'errore sono giustificabili.
le mie lacrime ho imparato a piangerle quando potevo farlo senza essere vista, come fossero una cosa deplorevole. le mie lotte le ho combattute in silenzio, nello sputo del colore sulle tele, sulle pagine segrete dei miei diari, e molte risposte le ho lette nei libri, miei compagni e soglie su mondi speciali.